Il periodo dell’allattamento costituisce la base di quel rapporto unico, che si instaura fin da subito tra madre e figlio. È una comunicazione di tipo non verbale, ma puramente di contatto, che porta messaggi emotivi e relazionali importantissimi.
Pr qualche misteriosa ragione, ancora oggi intorno all’allattamento materno continuano a prosperare un’infinità di luoghi comuni e false convinzioni.
In una sorta di gigantesco passaparola tra generazioni, queste idee prive di base scientifica, generano spesso confusione e dubbi alle neomamme.
Cerchiamo dunque di sfatare alcuni dei falsi miti più diffusi.
“Cavoli, broccoli, cavolfiori, aglio, cipolla, asparagi, carciofi, spezie, peperoncino cambiano il sapore del latte”
Parzialmente questo è vero, ma non è un male.
Il bambino impara a “riconoscere” il sapore degli alimenti già nel pancione, durante i 9 mesi di gravidanza (se la mamma ha mangiato questi alimenti in gravidanza). Li ritrova, li riconosce, li accetta anche nella sua vita extra uterina.
Seguire un’alimentazione più varia possibile e di stagione è la cosa più indicata perché poi, durante lo svezzamento, il bambino sarà già in parte abituato a quei sapori.
“Legumi e latticini determinano l’insorgenza delle colichette nel bambino”
Non è un dato di fatto però è molto soggettivo, cambiando da mamma a mamma e da neonato a neonato.
Se i legumi o i latticini sono parte integrante della vostra alimentazione, non devono essere eliminati. Se mangiando normalmente tutti gli alimenti il vostro bimbo sta bene, non c’è regalo più prezioso che possiate fare che continuare con la vostra alimentazione varia ed equilibrata.
Se invece il bimbo ha l’addome teso, fa fatica a fare la cacca e vi accorgete che state mangiando legumi e/o latticini tutti i giorni più volte al giorno, potrebbe essere che state esagerato con la porzione e/o con la frequenza. In questo caso suggerisco di osservare il bambino e capire se possono esserci associazioni.
Sarà magari opportuno ridurre (non eliminare) l’alimento in questione per qualche giorno e poi eventualmente reinserirlo con più parsimonia. Cercate di avere un comportamento prudente: inseriteli inizialmente in piccole porzioni e solo un paio di volte a settimana, ascoltate il vostro bimbo e aumentate gradualmente la settimana successiva.
Se vedete che la situazione non migliora, sappiate che più frequentemente le coliche sono dovute a come il bambino mangia (posizione scorretta del bambino durante l’allattamento), piuttosto che a cosa ha mangiato la mamma.
“Non puoi bere il caffè se allatti”
Falso.
Durante l’allattamento, la caffeina contenuta nel caffè, così come nel tè, nella cola, nelle bibite energetiche, nel cioccolato e nel ginseng, dovrebbe essere consumata con parsimonia perché passa nel latte materno e viene metabolizzata molto lentamente dal bambino.
Si consiglia di limitare l’assunzione di caffeina a massimo 200 mg al giorno, che corrisponde a circa due tazzine da caffè o una tazza di tè.
Se avete bisogno della vostra tazza di caffè al mattino, magari dopo una nottata difficile, non dovete privarvene. L’importante è non esagerare poi durante il resto della giornata. Ad esempio si potrebbe consumare del caffè decaffeinato e un quadratino di cioccolato. Sono da considerarsi bevande “sicure”: tisane e infusi (soprattutto a base di finocchio e anice), caffè d’orzo, caffè di cicoria, tè bancha o tè kukicha (contiene pochissima teina e caffeina).
“Bevi la tisana al finocchio che fa latte”
Si e no.
Per spiegare il perché della parte affermativa della risposta dobbiamo tirare in ballo gli ormoni coinvolti nell’allattamento, e in particolare quello responsabile della fuoriuscita del latte dal seno: l’ossitocina. Questo ormone raggiunge elevati livelli nell’organismo in situazioni di calma, relax e piacevolezza.
Bere qualcosa di caldo, prendersi 5 minuti per una coccola fumante, può creare rilassamento e benessere nella mamma, e i livelli di ossitocina potranno mantenersi elevati.
Ma allora perché c’è anche un “no” nella risposta? Perché se a voi la tisana al finocchio non piace, non ha senso che vi ostiniate a berne litri e litri al giorno. Scegliete la tisana che più vi piace, quella che vi permette di godere di quel momento di coccola e relax, e bevete la serenamente. Il vostro allattamento non avrà che da giovarne.
“Bere birra fa latte”
Sebbene una componente dell’orzo abbia effetti attivanti sulla prolattina, tuttavia l’alcol contenuto nella birra ha un effetto inibente sull’ossitocina. Da diverse osservazioni si è rilevato quindi che chi consuma abitualmente birra ha progressivamente difficoltà nell’emissione e nella produzione del latte.
La birra quindi, non ha alcun effetto benefico, anzi, è da considerarsi al pari di ogni sostanza alcolica. L’alcol presente nella birra (così come le altre bevande alcoliche) passa nel latte ed è possibile trovarne tracce per tutto il tempo in cui rimane nel circolo sanguigno materno.
Non bere alcolici è l’opzione più sicura per le madri che allattano; tuttavia, un consumo moderato di alcolici, cioè, fino a 1 drink standard al giorno (una lattina di birra, un bicchiere di vino, un bicchierino di liquore), non sembra avere effetti avversi per il bambino, soprattutto se la madre attende due ore tra il consumo della bevanda alcolica e la poppata.